PTOSI PALPEBRALE

Per ptosi si intende l’abbassamento della palpebra superiore rispetto la sua posizione normale, che è circa 1 mm sotto la linea del limbus superiore (margine superiore tra la porzione colorata e quella bianca dell’occhio). Le forme più comuni di ptosi sono quella che si manifestarsi con l’avanzare dell’età (ptosi acquisita – senile) o quella presente fin dalla nascita (ptosi congenita). Più raramente si trovano le forme di ptosi di origine neuropatiche e talvolta quelle di origine meccanica derivanti dal peso di neoformazioni cutanee benigne o maligne che gravitano sull’apertura della palpebra.

Trattamento chirurgico
La forma senile (che è la più frequente), è causata da un allungamento della parte più distale del muscolo elevatore (aponeurosi) o addirittura da una sua disinserzione dal piano tarsale. In questa forma si possono eseguire principalmente due interventi chirurgici, ovvero la plicatura del muscolo elevatore della palpebra o il riposizionamento del muscolo stesso sulla propria inserzione tarsale.
Il trattamento chirurgico varia per le forme congenite in base all’età del bambino, al grado di ptosi e del funzionamento reattivo del muscolo elevatore della palpebra superiore (muscolo che ha il compito di alzare la palpebra per l’apertura dell’occhio).

La correzione della ptosi è un intervento che dura circa 30 minuti per palpebra. Si può eseguire in anestesia locale con minima sedazione in quanto è importante la collaborazione tra chirurgo e paziente. Infatti, durante l’intervento, il chirurgo invita il paziente ad aprire e chiudere gli occhi per visualizzare la posizione palpebrale più corretta e precisa in simmetria con quella controlaterale. Nel caso in cui l’intervento chirurgico sia sul bambino, se il piccolo è collaborante e tranquillo si può effettuare in anestesia locale, altrimenti si deve ricorrere all’anestesia generale.

Post-operatorio
Nell’immediato post-operatorio, il paziente avrà una medicazione con sospensione palpebrale che copre l’occhio per circa 4 ore, invece i punti sutura saranno rimossi dopo 5 giorni. Il paziente dovrà assumere un antibioticoterapia in compresse e in gocce oculari per i 7 giorni successivi all’intervento chirurgico.
Normalmente la palpebra è gonfia e blu per circa le 3 settimane successive, indipendentemente dal tipo di intervento che è stato eseguito.
Il beneficio è immediato in quanto il paziente non dovrà più contrarre il muscolo frontale omolaterale per compensare l’abbassamento della palpebra, e non avrà più la scomoda necessità di alzare la testa per cercare di guardare attraverso la fessura palpebrale residua, accentuata soprattutto nelle ore serali. Questo comporta in particolar modo la ripresa della lettura la sera, di guardare la televisione o di guidare, mentre prima era in difficoltà perché la palpebra si abbassava così tanto da coprire l’occhio, rispetto tutta la giornata.

 

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